Intervento conclusivo di Pierpaolo Abet all’evento “GLOBAL INVESTORS ALLIANCE – Una nuova alleanza per lo sviluppo del paese, investimenti finanza e sostenibilità”. Palazzo San Macuto – Biblioteca della Camera dei Deputati
Salve a tutti. Eccoci dunque giunti alle conclusioni di questo importante e riuscito evento dedicato al tema degli investimenti, evento a cui è stato dato non a caso il titolo “Una nuova alleanza per lo sviluppo dell’Italia, investimenti, finanza e sostenibilità”. Non a caso, perché, come abbiamo sentito in apertura, questa prima edizione del forum rappresenta, appunto, la presentazione ufficiale della piattaforma “Global Investors Alliance”, una nuova piattaforma realizzata grazie al contributo di un gruppo di lavoro di primissimo livello consolidatosi appositamente intorno a questa idea e a questa iniziativa, e che continuerà, in modo permanente, ad elaborare e sviluppare questi temi di rilevanza strategica, per cercare, attraverso un’azione di sostegno agli investimenti, di contribuire ad una possibile crescita della capacità competitiva dell’Italia nei nuovi scenari economici e nelle complesse dinamiche dei mercati finanziari internazionali sempre in continua evoluzione. Per questo va rivolto un ringraziamento a tutti gli autorevoli relatori, per la loro partecipazione e soprattutto per l’altissimo livello dei loro interventi sui vari temi trattati e che sicuramente verranno utilizzati come spunti di riflessione per impostare le attività future. Un ringraziamento va al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero dell’economia e delle Finanze per aver concesso i loro patrocini e a Valerio de Luca che oltre a presiedere questo forum ne è stato anche l’ideatore e il promotore.
L’idea di realizzare questa piattaforma permanente, collegando il mondo degli investitori e della finanza ai temi della sostenibilità, del rapporto pubblico privato, delle imprese, della ricerca e dell’innovazione, ha trovato piena e immediata corrispondenza con il progetto Universal Trust che da tempo aveva iniziato ad affrontare l’elaborazione di questi temi. Infatti già durante l’edizione del 2017 del Global Sustainability Forum di Roma, che fu la prima delle piattaforme progettate e lanciate da Universal Trust, fu coinvolto, all’interno del tema della sostenibilità, il mondo della finanza e delle imprese contribuendo ad alimentare in modo significativo il dibattito e molti dei presenti lo ricorderanno sicuramente.
Nel percorso, iniziato da diversi anni, per un cambio di paradigma necessario per raggiungere condizioni di reale sostenibilità ambientale, economica e sociale il mondo della finanza, dispiegato su una dimensione globale dei mercati, rappresenta, con i propri investimenti, un elemento determinante e con un elevato impatto sull’equilibrio economico e sociale dei singoli stati, ma anche capace di contribuire ad uno sviluppo dinamico in alcuni settori. Per questo uno stimolo alla crescita passa necessariamente attraverso l’attrazione e l’aumento degli investimenti, che può essere sicuramente incentivato da una maggiore cooperazione tra pubblico e privato, un aumento di investimenti che, come ricordato dal Prof. Enrico Giovannini, siano investimenti sostenibili e responsabili, cioè investimenti che adottando una politica di Investing Impact, creino certamente un valore per l’investitore includendo, nell’ottimizzazione del rapporto tra rischio e rendimento, valutazioni extra-finanziarie che prendano in considerazione anche il valore e il beneficio per la società nel suo complesso sia dal punto di vista ambientale, economico che sociale. Un rafforzamento del partenariato pubblico – privato per gli investimenti potrebbe rappresentare uno strumento adeguato di rilancio dell’economia ed allo stesso di garanzia, attraendo capitali privati, migliorando l’efficienza dell’utilizzo dei fondi pubblici, garantendo il livello qualitativo degli investimenti sia dal punto di vista del rendimento economico che dell’elemento di responsabilità verso i cittadini, il tutto ovviamente all’interno di una regolamentazione in grado di garantire tutti gli attori coinvolti.
Nella seconda sessione, “Investitori tecnologie e mercati finanziari”, si è affrontato uno dei temi di maggiore attualità ed in continua evoluzione; Infatti le nuove tecnologie stanno velocemente ridisegnando l’industria dei servizi finanziari nei suoi segmenti dell’intermediazione bancaria, dell’intermediazione non bancaria e del mercato dei capitali, e favorendo anche la creazione di nuovi mercati e l’espansione di quelli esistenti e modificando sempre di più il tradizionale rapporto tra producer e consumer. Osservando lo scenario attuale vediamo, ad esempio, che per i trasferimenti di denaro si possono considerare smartphone e app quali principali interfacce grazie alle quali fasce sempre più ampie di popolazione anche dei Paesi emergenti hanno accesso ai servizi finanziari, vediamo che algoritmi sofisticati indirizzano strategie e decisioni d’investimento, che i Big Data, evocati dal Dott. Galateri durante la prima sessione, con masse enormi di dati immediatamente disponibili rendono gli strumenti di analisi e di profilazione sempre più efficaci, per non parlare della Blockchain che per la rilevanza che sta assumendo meriterebbe un evento a sé; insomma l’impatto Fintech e delle nuove tecnologie in generale sul sistema finanziario e sul mercato dei capitali è certamente enorme ed in particolare con riferimento anche alle piattaforme di crowdfunding e ai sistemi multilaterali di negoziazione che stanno spostando il matching tra domanda ed offerta di capitali in sedi di negoziazione alternative ai mercati regolamentati, così come ottimamente analizzato da Gioacchino Amato durante il suo intervento.
Il mondo delle start-up altamente innovative e dinamiche, in grado, con bassissimi investimenti, di lanciare sul mercato nuovi business tecnologici altamente competitivi sta orientando anche molte istituzioni finanziarie verso strategie di incubazione proprio per acquisire cosi più velocemente e a costi più bassi nuove tecnologie e competenze. Tra l’altro, su queste piccole realtà, ma con alti tassi di crescita potenziale, gli interventi di Private Equity e Venture Capital risultano essere estremamente efficaci apportando sia capitale finanziario ma anche, attraverso il coinvolgimento diretto nell’impresa, di capitale umano ed esperienza in grado di accelerare la crescita dell’azienda soprattutto in settori come quello della ricerca e delle tecnologie dove il valore dell’innovatività si deve misurare con la capacità e la rapidità del relativo posizionamento di mercato. Questo è un tema che coinvolge la maggior parte del tessuto produttivo italiano costituito principalmente da piccole e medie imprese non quotate e distribuite su di un territorio che risponde ancora in modo differente, anche rispetto alla crescita degli ultimi anni del mercato degli investimenti, evidenziando a tutt’oggi ancora una sperequazione tra nord e sud Italia per il persistere di quelle diffidenze descritte perfettamente e ampiamente da Salvatore Rossi.
Non credo si debba o si possa aggiungere molto altro dopo aver ascoltato i nostri prestigiosi relatori con i loro interventi cosi tecnicamente verticalizzati ed esaustivi, ma possiamo aggiungere a chiusura che Global Investors Alliance rappresenterà in modo permanente un riferimento qualificato per una continua elaborazione di questi temi, integrata all’interno del network di piattaforme multi-stakeholder realizzate e coordinate da Universal Trust per creare, attraverso la propria infrastruttura tecnologica collaborativa e le proprie competenze interdisciplinari, una cinghia di trasmissione capace di interconnettere settori diversi ed aumentare il livello di integrazione tra il mondo degli investitori e quello delle imprese, della ricerca e delle istituzioni, continuando a creare e a rafforzare solidi legami di fiducia per un’efficiente ed efficace implementazione delle strategie di interesse collettivo. Possiamo quindi affermare di aver fatto nostra l’esortazione di Fabio Sattin di “scaricare a terra questi temi”.
E, visto il tema degli investimenti, vogliamo dunque concludere questa giornata, rivolgendo un invito a tutti gli investitori lungimiranti, sia essi italiani che stranieri, un invito a non investire in Italia; ma ad investire sull’Italia quale migliore investimento possibile, un tipo di investimento, questo sì, altamente responsabile e necessario quale contributo all’Italia che non sia più terra di conquista.