Intervento del Vice Presidente di InResLab e co-fondatore del Global Sustainability Forum di Roma Pierpaolo Abet all’evento IT’S CIRCULAR FORUM di Milano
Di seguito il testo completo dell’intervento del Presidente di In.Te.Lab e co-fondatore del Global Sustainability Forum di Roma Pierpaolo Abet all’evento IT’S CIRCULAR FORUM di Milano svoltosi dal 15 al 16 aprile 2018.
Prima di iniziare è doveroso rivolgere un ringraziamento agli organizzatori e ai sostenitori di questo evento, It’s Circular Forum, che, ancorché nella sua specificità per i temi affrontati, si colloca idealmente e di fatto all’interno di quella schiera di organizzazioni e associazioni che lavorano incessantemente per affrontare in modo concreto la sentita tematica della sostenibilità e capaci di suscitare quell’attenzione e quelle collaborazioni necessarie per contribuire a quel processo di cambiamento culturale che la situazione richiede. Il successo, riscontrato in questi due giorni, per il livello degli speakers che si sono alternati nelle diverse sessioni e per la partecipazione di pubblico, dimostra come i temi della Sostenibilità e dell’Economia Circolare coinvolgano tutti i settori, produttivo, accademico e istituzionale e che solo attraverso azioni condivise e partnership trasversali si possono raggiungere risultati concreti. In linea con queste considerazioni ho accettato subito il gentile invito a partecipare in modo da contribuire al dibattito con la testimonianza delle attività che stiamo portando avanti con il Global Sustainability Forum di Roma e favorire così le giuste interconnessioni tra le due iniziative.
Il Global Sustainability Forum fu fondato a maggio 2016 con lo scopo di portare anche in Italia, ed in particolare a Roma, un qualificato tavolo di discussione sui fondamentali e complessi temi della Sostenibilità da un punto di vista sociale, economico, politico e ambientale e per costruire un partenariato efficace incoraggiando una maggiore azione collettiva tra i diversi attori, dal settore privato a quello istituzionale – governativo e alla società civile. Questo progetto che all’inizio sembrò forse un po’troppo ambizioso(oggi possiamo anche ammetterlo) si realizzò invece immediatamente con l’adesione di molte personalità di spicco di livello internazionale che diedero la loro disponibilità a sostenerci sia con le loro organizzazioni e i loro interventi ma anche accettando la nomina nel nostro Advisory Board accrescendo così il prestigio dell’iniziativa.
Con questi presupposti la prima edizione svoltasi dal 2 al 4 maggio 2017con il patrocinio della presidenza del consiglio, è stata un successo, ospitando anche una Lectio Magistralis del Premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz in apertura della prima sessione presso la Camera dei Deputati. Questo successo è stato il risultato di un ambiente dinamico e interattivo che ha visto coinvolti Business Leaders, Rappresentanti del Governo, delle Organizzazioni Internazionali e del Settore produttivo per discutere di strategie aziendali sostenibili, governance e innovazione, business responsabile, Economia Circolare e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Le varie sessioni si sono svolte presso Palazzo Montecitorio, Palazzo Chigi, la FAO Nazioni Unite e la LUISS Guido Carli, che è anche il nostro partner accademico. Proprio alla LUISS, le aziende partecipanti e le Startup sono state protagoniste, presentando,in una sessione a loro dedicata, le loro innovazioni di prodotto e modelli di business sostenibili e affrontando il delicato tema del rapporto tra innovazione tecnologica e sostenibilità ed in particolare con il contributo dell’esperienza maturata sul campo dall’organismo di ricerca e incubatore certificato Inreslab che è anche partner di riferimento per le attività di ricerca.
Il momento conclusivo, in linea con il motto dato al forum “il colloquio è importante ma l’azione è fondamentale” fu la consegna delle Raccomandazioni contenute nella Rome Declaration al Ministro De Vincenti a Palazzo Chigi, con l’impegno, di quest’ultimo,a presentarle al G7 di Taormina che si sarebbe svolto nei giorni successivi.
Immediatamente dopo ci si rese subito conto della necessità di dover dare continuità all’elaborazione di questi temi e di avviare un processo di concretezza operativa; quindi con lo scopo di implementare da un punto di vista pratico le idee e gli accordi istituzionali del Forum, fu ampliata la struttura realizzando piattaforme permanenti verticalizzate su tematiche e settori specifici e costituendo comitati interni con partners strategici. Questo ha consentito di riunire esperienze, competenze e professionalità di diversi settori e di catalizzare intorno al progetto un network verticale ed estremamente distribuito, capace di interconnettere energie, leadership ed eccellenze, fino a quel momento lontane tra di loro, ma con attitudini sinergiche e complementari per uno sforzo condiviso sugli obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Siamo quindi perfettamente in linea con l’ormai nota ma fondamentale affermazione del Prof. Enrico Giovannini, tra l’altro presidente del Advisory Board, che nel Rapporto 2016 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, descrivendo la situazione italiana con i suoi ritardi affermava: “che la sfida è enorme perché tutto dipende da tutto e tutti i fronti in cui ci si deve muovere sono interconnessi e per questo che necessita un coinvolgimento di tutti i settori e a tutti i livelli”. L’iniziativa del Forum di Roma ha dunque lo scopo di realizzare questo coinvolgimento, un coinvolgimento necessario per gestire la tranformazione dei nuovi modelli teorici, sociali e produttivi e rispondere in modo efficace alle complesse dinamiche ambientali, un coinvolgimento soprattutto del mondo politico che trasversalmente arrivi ad assumersi, nella nuova e nelle future legislature, quegli impegni necessari per una scelta di centralità del tema dello sviluppo sostenibile.
L’Economia Circolare è senza dubbio il modello che sembra avere intrinsecamente tutti gli elementi per accelerare e realizzare quel cambio di paradigma necessario a concretizzare condizioni di reale sostenibilità. Il passaggio progressivo ad un tale sistema, che va ben oltre il semplice concetto di riciclaggio, rappresenterebbe un cambio culturale epocale portando al ridimensionamento del classico modello lineare caratterizzato da un consumismo, che oggi abbiamo tutti gli elementi per definire ottuso e usurante. Pensiamo,solo ad esempio, l’impatto che ha la scelta, sin dall’inizio di un ciclo produttivo,dell’utilizzo di materiali che a fine ciclo consentono, attraverso la valorizzazione degli scarti e la generazione di materie prime secondarie, la nascita di altri prodotti. Questo cambiamento del modo di produrre, distribuire e consumare, oltre a realizzare un alto livello di eco-efficacia, rappresenta anche la possibilità di un ulteriore impulso allo sviluppo di nuovi modelli di business integrati, con la creazione di nuovi servizi, tecnologie, specializzazioni, ed una responsabilità estesa a tutti gli attori coinvolti. Il settore del design, e questo va riconosciuto, ha saputo, più di altri, cogliere questo elemento di opportunità giocando un ruolo fondamentale per uno sviluppo creativo di prodotti e processi sempre più in linea con i principi dell’economia circolare.
Più volte questi concetti sono stati espressi nelle sessioni del Global forum di Roma e per questo si continuerà a dare sempre più spazio nelle iniziative al tema dell’Economia Circolare e delle sue possibili applicazioni; sia nel programma della seconda edizione di novembre 2018 ma anche incentivando la nascita di partnership per attività di ricerca e sviluppo in ambito industriale e dei servizi, poiché solo con le implementazioni pratiche è possibile attuare un reale cambiamento.
E concludo con una breve e libera considerazione: l’emergere di una visione Circolare dell’interagire con il mondo che ci circonda, quale reazione necessaria ad uno squilibrio perpetrato irresponsabilmente attraverso tante generazioni, richiama inevitabilmente ad una concezione del mondo e della vita che forse da troppo tempo è stata disattesa, la proiezione ad alta velocità dell’uomo moderno su una linearità del tempo e dello spazio all’inseguimento spasmodico del futuro lo ha reso estraneo ad un universo fatto invece di ritmi e di cicli in cui tutto è equilibrio e tutto si rigenera. La radice etimologica greca di ecologia e di economia, Òikos, racchiude in sé il senso di ciò che dovrebbe essere, e allo stesso tempo, dà evidenza, con la distanza concettuale trai i due termini che oggi si è affermata, della distorsione che è in atto.
Questo stato di cose non consente più tentennamenti o soluzioni di compromesso, ma richiede un alto senso di responsabilità e azioni concrete che al di là del concetto stesso di Sostenibilità, porti ad una reale rigenerazione in tutti i settori e, soprattutto, a tutti i livelli della dimensione dell’Uomo.